Il 10 maggio, in occasione dell’anniversario del rogo dei libri nell’Opernplatz di Berlino, l’Arci promuove “No Rogo“, appuntamento con momenti di letture collettive in piazza, in biblioteca, sugli autobus accompagnate da presentazioni, dibattiti e animazioni. Un’occasione per sottolineare la necessità di rafforzare strumenti e politiche per sostenere l’accesso alla cultura e la libertà di espressione.

Era il 1933 quando vennero dati alle fiamme ben venticinquemila libri non graditi all’ideologia nazista. I Bücherverbrennungen, concepiti per eliminare “lo spirito non tedesco” e l’affermazione di una propria cultura e nazione non “infettate” da altre popolazioni, vennero organizzati dalla Deutsche Studentenschaft (Associazione degli studenti tedeschi) in presenza di Orchestre e del gerarca nazista Joseph Goebbels. Era l’inizio alla censura di Stato, l’inizio dell’annientamento e sottomissione di altri popoli, nell’affermazione di una cultura unilaterale e totalitaria giustificata banalmente dalla lotta alla corruzione morale e dall’affermazione di teorie sulla tutela di nazionalismi e superiorità razziali figlie del disprezzo dei principali valori che stanno alla base del rispetto dei popoli.

Alle fiamme furono dati tra gli altri scritti di Heinrich Mann, Ernst Gläser, Erich Kästner. Vennero bruciati libri scritti da famosi scrittori socialisti, come Bertolt Brecht e August Bebel, i libri del fondatore del socialismo Karl Marx, i libri degli scrittori austriaci “borghesi” come Arthur Schnitzler, i libri di “influenze straniere corrotte”, come quelli di Ernest Hemingway, Jack London, Helen Keller o Herbert George Wells, e i libri di noti autori ebrei come quelli scritti da Franz Werfel, Max Brod e Stefan Zweig.

Riaffermare oggi il valore dei libri e dei luoghi di diffusione, nella memoria tragica di quello che successivamente significò quell’atto simbolico ha un valore fondante per tutte le democrazie aperte e libere del mondo.

Oggigiorno Opernplatz non si chiama più così, le hanno cambiato nome dopo la guerra, nel 1947, facendola diventare Bebelplatz (in onore del politico August Babel, co-fondatore del partito socialista tedesco). Al centro del suolo della piazza oggi c’è un pannello trasparente. Da questa botola è possibile vedere una stanza sottoterra piena di scaffali vuoti. E’ un’installazione dello scultore israeliano Micha Ullman del 1995. Accanto al pannello c’è una citazione di Heinrich Heine: “Quando i libri vengono bruciati, alla fine verranno bruciate anche le persone”.

A Roma l’appuntamento è alla biblioteca di Villa Mercede (ore 17) con “No Rogo – Un pomeriggio di straordinaria lettura: le biblioteche pubbliche, il piacere di leggere in musica, il film su ‘Stoner’, in occasione dei 60 anni dell’Arci”. Un evento promosso dall’Arci in collaborazione con la libreria ‘Assaggi’ e di Ucca e quest’anno dedicato alle biblioteche di pubblica lettura. La bibliotecaria e studiosa Antonella Agnoli e il responsabile Dipartimento Cultura e Turismo dell’ANCI Vincenzo Santoro, autori di “Un viaggio fra le biblioteche italiane” con analisi e proposte molto concrete per rafforzare il ruolo delle biblioteche pubbliche, ne parleranno con Francesca Chiavacci, presidente nazionale dell’Arci e Andrea Satta, leader dei Tetes de Bois e promotore del progetto “Mamme Narranti” accompagnati dalle letture ad alta voce dell’attrice Silvia Luzzi e dalla fisarmonica di Alessandro d’Alessandro. A seguire sarà proiettato alle ore 19.00 il film “The Act of Bicoming” sulla incredibile storia del successo editoriale del libro “Stoner” scritto da John Williams.

Un appuntamento nazionale, dunque, promosso dall’Arci per valorizzare soprattutto il ruolo delle oltre 6mila biblioteche comunali, “un formidabile veicolo universale e plurale di cultura, l’unico oggi in grado di offrirla alle persone al di fuori delle leggi di mercato“. Guardiane di ogni società libera che continuano a subire il taglio di risorse e di personale.

Sono oltre 380 le biblioteche chiuse nel 2014 (ultimo rapporto del Centro per il libro e la cultura – Cepell), ed oltre un terzo delle biblioteche italiane non ha un sito web e un indirizzo email per comunicare col pubblico.

Luoghi fuori dai monopoli editoriali in cui “l’accesso al prestito e alla consultazione in forma gratuita di testi, giornali, fumetti è da considerarsi la porta principale da cui far entrare vecchi e nuovi lettori. È la via d’accesso primaria all’integrazione tra culture e condizioni sociali differenti, è democratica, è orizzontale, è insomma davvero per tutti. È la via maestra da percorrere per approfondire, comprendere, crescere ed emanciparsi in autonomia.”

info: ArciBook