LA POLITICA DELLA SICUREZZA COMINCIA A DARE I PROPRI FRUTTI

Quaranta persone,  assaltano un “campo” rom sulla Tiburtina a Roma.

 

E’ accaduto presso il campo rom di Ponte Mammolo, un atto di violenza che purtroppo non rimane isolato e che è figlio di politiche di esclusione che fanno leva nella facile identificazione dello straniero come responsabile dell’insicurezza sociale.

Quello che è successo conferma quanto da mesi andiamo dicendo ovvero che la sinistra e le sue amministrazioni stanno rinunciando al loro ruolo culturale e di orientamento della società, rincorrendo un pericoloso consenso popolare, e stanno inoltre inducendo, attraverso mirate scelte politiche e letture securitarie, ad un inquietante dilagarsi di comportamenti xenofobi e razzisti.

Tutto questo senza cambiare di una virgola la condizione di degrado,questo si vero, nella quale versano da decenni soprattutto i cittadini rom della nostra città.

Si preferisce distrarre l’opinione pubblica, evocando foschi scenari di metropoli a rischio, quando sono gli stessi dati del ministero a confermare come nelle nostre città i pericoli sono ben altri. Si annidano molto più fra le mura domestiche, nelle aggressioni fasciste agli spazi di democrazia, nel pullulare di speculazioni immobiliari, piuttosto che nella relazione con uomini e donne venuti a costruirsi un futuro in Italia. “(Coord. Roma democratica e solidale)

Ribadiamo la nostra opposizione ai cosiddetti patti per la sicurezza, alla caccia ai lavavetri, alle retate degli ambulanti.

Pensiamo che il sindaco di Roma farebbe cosa utile se al posto della costruzione di megacampi fuori dal raccordo anulare, usasse la sua notevole influenza politica per emanare atti pubblici e politici che spingano il governo ad approvare una buona legge sull’immigrazione.

C’è bisogno di più diritti per tutti e tutte, casa, lavoro, partecipazione, “Italiani e stranieri.”