Di Rachel Donadio, The New York Times, Stati Uniti. Da Internazionale n.783 del 20/26 Febbraio 2009

Il 17 Febbraio un tribunale di Milano ha emesso una sentenza che in molti paesi farebbe crollare l’establishment politico. L’avvocato britannico David Mills è stato giudicato colpevole di aver accettato 600mila dollari per mentire e proteggere il presidente del consiglio italiano Silvio Berlusconi. In Italia la sentenza non ha fatto neanche i titoli d’apertura del Tg della sera. L’onore è andato alle dimissioni del principale avversario politico di Berlusconi, Walter Veltroni, dopo la sconfitta del Partito Democratico alle elezioni regionali in Sardegna.

Mills ha annunciato che ricorrerà in appello: “Sono innocente, ma questo è un caso dalla forte valenza politica” In effetti anche Berlusconi è stato suo computato, fino a quando ha fatto approvare una legge (il Lodo Alfano) che concede l’immunità alle quattro più alte cariche dello stato.

Nella logica capovolta della politica italiana, la sentenza non è sembrata una sconfitta per David Mills, ma l’ennesima vittoria per Berlusconi, che negli ultimi quindici anni è riuscito a trasformare ogni suo problema giudiziario in un vantaggio politico. Più volte accusato di corruzione, il premier se l’è sempre cavata in appello o grazie alla prescrizione. E più riesce a sfruttare il sistema a suo beneficio, più sembra riscuotere l’ammirazione degli italiani.

“Per una parte della società italiana è scandaloso avere un premier coinvolto in tante vicende giudiziarie e al centro di conflitti d’interesse colossali”, dice Sergio Romano, editorialista del Corriere della Sera. “E’ una parte minoritaria, ma si fa sentire. Il vero interrogativo, però, è un altro: perché il resto della società italiana non si scandalizza?”. La maggioranza degli italiani non riesce a tenere il conto dei processi di Berlusconi. E, a quanto pare, neanche lui: ha dichiarato di detenere il “record universale” di processi.

Secondo Roberto D’Alimonte, docente di Scienze Politiche all’Università di Firenze, “sono cose che interessano solo alla minoranza antiberlusconiana. Tutto questo fa parte del fenomeno Berlusconi”. In Italia sembra anche diffusa una sorta di realpolitik cattolica, secondo cui è normale che gli uomini possano cadere in tentazione.

Berlusconi è entrato in politica nel 1994 dopo lo scandalo di Mani Pulite. A quei tempi la magistratura era vista con ammirazione, Con il passare del tempo, però, il Cavaliere è riuscito a trasformare l’immagine dei giudici, accusandoli di essere tutti di sinistra e di perseguitarlo ingiustamente. “Una parte del paese”, spiega Sergio Romano, “ha paura della sinistra. Berlusconi aumenta questo timore e se ne nutre”.

Nel Dicembre del 2008 i pubblici ministeri di Milano hanno accusato formalmente David Mills di essersi lasciato corrompere nel 2000 per testimoniare il falso in due processi, nel 1997 e nel 1998, relativi a società offshore che lui stesso aveva contribuito a creare per conto della Fininvest. Mills avrebbe nascosto al tribunale di Milano il fatto che le due società – coinvolte nell’acquisto di diritti cinematografici negli Stati Uniti – erano legate a Berlusconi. Secondo l’accusa, Mills avrebbe anche taciuto una telefonata con Berlusconi del 1995, in cui avevano parlato di finanziamenti illeciti a Bettino Craxi.

Il 17 Febbraio l’avvocato britannico è stato condannato a quattro anni e mezzo di carcere, ,a difficilmente sconterà la pena. La legge italiana prevede il carcere solo dopo la sentenza definitiva. E probabilmente gli altri due gradi di giudizio previsti dalla legge non riusciranno a concludersi entro la scadenza dei termini di prescrizione, nel 2010.

I procuratori milanesi hanno cominciato ad indagare su Mills nel 2004. dopo una segnalazione del suo commercialista, Bob Drennan, alle autorità di Londra. Mills aveva scritto una lettera a Drennan per sapere quale era lo status fiscale di un versamento che aveva ricevuto da un collaboratore di Berlusconi. “Non ho detto bugie ma diciamo ho superato curve pericolose”, scriveva Mills. “Ho tenuto fuori Mr B. da un mare di guai”.

In cambio della sua testimonianza, Mills aveva ricevuto del denaro che “poteva considerare un prestito a lunga scadenza o un regalo”. Nel Luglio del 2004 Mills ha dichiarato ai magistrati milanesi che la lettera era vera e che aveva ricevuto da un collaboratore  di Berlusconi 600mila dollari in segno di riconoscenza. Poi, ha ritrattato.

Fabio de Pasquale, la pubblica accusa nel caso Mills, ha messo in dubbio la costituzionalità del Lodo Alfano. Ora sulla legge si dovrà pronunciare la Corte Costituzionale. In autunno i giornali hanno pubblicato la notizia che Berlusconi stava pensando di candidare il suo avvocato, Niccoò Ghedini, per un posto vacante alla corte costituzionale. Ma secondo Ghedini la sua nomina era improbabile. Non perché fosse coinvolto nei processi a carico del premier. Ma perché, ha detto, “mi piace fare l’avvocato”.