Questa mattina l’intero quartiere del Pigneto a Roma è stato messo in stato d’assedio dalla polizia e dalla guardia di finanza per un’operazione anticontraffazione che ha portato al sequestro di qualche articolo. Le forze dell’ordine, con i cani e l’appoggio di un elicottero, hanno fatto irruzione in uno stabile da tempo occupato dalla comunità senegalese.
L’Arci di Roma denuncia la sproporzione tra il fine dell’operazione e la quantità di forze e mezzi utilizzati che fanno pensare alla volontà di dare un’intimidatoria prova di forza.
È stata colpita con durezza la comunità senegalese, già più volte sgomberata dallo stabile, come se i problemi del quartiere, la sporcizia, lo spaccio, l’emarginazione sociale possano essere risolti con un’operazione di polizia contro cittadini di origine straniera che, come gli altri abitanti del Pigneto, sono vittime e non causa di questa situazione. Si è trattato di un’operazione propagandistica, e immaginiamo anche costosa, per dare l’impressione di una riappropiazione militare del territorio che non risolve nessuno dei problemi che pure ci sono.
Più volte l’Arci di Roma ha fatto presente che il degrado sociale si contrasta con politiche di inclusione socio-abitative. Dietro operazioni come quella di stamattina c’è sempre il rischio che si voglia portare all’identificazione di un nemico contro cui scaricare la frustrazione e l’impotenza per una crisi da cui non si vede via d’uscita.
Il razzismo sappiamo che è sempre in agguato. Il comune di Roma e il V Municipio devono fare la loro parte, avviando iniziative concrete di riqualificazione del Pigneto, anche occupandosi delle condizioni di vita e di lavoro sempre più precarie di migliaia di persone che vivono a Roma, e tra queste anche immigrate.
Claudio Graziano e Andrea Marziano