Il 24 Febbraio è stato sottoposto a sequestro preventivo un circolo Arci: il Rialto Sant’Ambrogio, una delle realtà romane più vive culturalmente e socialmente, uno spazio di microproduzioni culturali diffuse, di divulgazione artistica, di partecipazione e di socializzazione al centro di Roma. Quel centro che le mafie romane, italiane e internazionali si stanno comprando a rate, quel centro dove oramai i romani non vanno più e dove anche i turisti si sentono sempre più a disagio.
Chiudeteci tutti allora!
Chiudeteli tutti i posti che non rispondono alle logiche del profitto e della privatizzazione, chiudete i posti in cui i giovani si autorganizzano per produrre cultura e lavoro, beni molto rari oggi.
Roma è una città sempre più spenta e chiusa, in cui le iniziative dei cittadini vengono frustrate sul nascere invece che essere incentivate e premiate, una città in cui chi si occupa di cultura senza sovvenzioni pubbliche anziché essere elogiato viene denunciato.
Chi amministra i beni pubblici deve prendere coraggio e combattere al nostro fianco contro le derive burocratiche, altrimenti non ha più senso nessun ragionamento sui beni comuni.
Arci Roma chiede agli amministratori di questa città che ancora credono nel valore pubblico e democratico del loro mandato di prendere posizione e di lavorare con noi alla risoluzione di questa vicenda e di molte, troppe, altre simili in città.
Non si sequestra la creatività sociale, se loro chiudono stanze noi riapriamo mondi, se loro spengono luci noi accendiamo praterie!

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