di Baobab Experience

Ci sono 24 migranti a Roma (tra cui due donne) che lunedì sera sono stati accompagnati da una carovana di auto di volontarie e volontari da Piazzale Spadolini a Via Silvano. Sono dovuti letteralmente scappare dalla pioggia e da un nuovo possibile blitz e sgombero delle forze dell’ordine. Sì perché è già successo più volte che i migranti già identificati allo sbarco, ri-identificati a Roma con regolare foglio, venissero ri-ri-identificati il giorno seguente, sempre durante un’azione della polizia con tanto di blindati e spostamento in pullman fino a via Patini.

Dopo tutte queste operazioni, la routine vuole che vengano abbandonati a loro stessi fuori dai cancelli dell’ufficio immigrazione: poco importa se ha iniziato a piovere, poco importa se la maggior parte di loro si trova a dover aspettare appuntamenti a distanza di più di un mese per poter far richiesta d’asilo. Una volta compiuta l’identificazione, i compiti dello Stato sono finiti.

Se a voi sembra normale che queste persone, scappate da dittature, guerre e povertà, debbano vivere queste odissee quotidiane per trovare un tetto sotto cui ripararsi, sappiate che per noi non lo è. Non ci abitueremo mai all’idea che Roma non sia in grado di accogliere i migranti che arrivano in città.

Per fortuna a Roma c’è un cuore che batte ancora forte. Lunedì sera si sono aperte le porte del circolo Arci Roma di via Silvano, in zona Pietralata.

Un circolo storico, che conserva al suo interno un dipinto di Ennio Calabria e altri cimeli di rara bellezza, e l’aria che si respira è davvero satura di storia, di lotte e di solidarietà; ancora oggi è punto di riferimento per il quartiere e vero presidio antifascista in una zona popolare. (e sì, è stato anche il “covo” della banda della Magliana nel film “Romanzo Criminale“)

Grazie ancora a Simona e a tutte le donne e gli uomini del circolo di via Silvano per aver scelto da che parte stare e aver alleviato le pene, almeno per una notte, di questi viaggiatori indefessi.