L’ossessione razzista e il governo targato Lega – 5 Stelle produce morti e violazione dei diritti umani.

I nostri governanti sono andati in Europa a fare la voce grossa per dichiarare che gli stranieri che chiedono asilo nel nostro paese sono il male dei mali. Non esistono come corpi, persone, storie ma solo come merce di scambio. Perline di una politica che è incapace di arrestare l’impoverimento delle nostre società che viene da lontano. Una politica che non ha mai voluto comprendere la portata storica dei movimenti di persone che si sta dispiegando. Ne è dimostrazione ciò che è avvenuto in questi giorni. Il Consiglio di Europa, non tenendo conto del mandato del Parlamento Europeo di riformare “Dublino,” ha deciso di non decidere. Almeno sugli arrivi e la sorte dei migranti nel suolo europeo. Niente di fatto sulla ridistribuzione interna in nome della solidarietà. Fatta eccezione di accordi bilaterali tra Grecia e Spagna con la Germania invalidando, tra le altre cose, il senso di essere Unione.

Le Ong, che fino ad oggi avevano volontariamente effettuato salvataggi, si vedono chiudere i porti di Malta e Italia anche per i rifornimenti di acqua, carburante e cibo, mentre gli vengono indicati come interlocutori gli aguzzini da cui i migranti scappano: la guardia costiera libica. I Governi riuniti hanno dato ulteriore legittimazione alla esternalizzazione delle frontiere, senza peraltro chiedersi se vi era il favore degli stati coinvolti. Dei 5 Paesi indicati: Algeria, Albania, Libia, Marocco e Tunisia, la Libia e il Marocco hanno già rinviato al mittente la richiesta. Non sono interessati ad avere sui propri territori centri farsa dove con criteri discutibili vengono scissi i migranti economici dai richiedenti asilo. I sommersi e i salvati.

Dovevamo arrivare a questo vertice per vedere quello che non avremmo mai voluto neanche immaginare. Così non finisce solo l’Unione Europea ma smettono di avere un senso anche le nostre singole Costituzioni ed identità. Buttiamo via valori fondamentali che hanno portato alle democrazie attuali per ripiombare indietro di un secolo.