L’Arci, la storica associazione culturale e di promozione sociale, si mette a disposizione anche nel Lazio per supportare Ministero della Salute e Protezione civile nella lotta al Covid. Arci Roma, in linea con Arci nazionale, ha scritto all’assessore regionale, Alessio D’Amato, per comunicare che circoli e volontari, nei limiti delle disponibilità e delle disposizioni, saranno mobilitati per fare la loro parte nel contrasto ai ritardi del piano vaccinale e per il supporto alla somministrazione di tamponi rapidi.

Le basi associative dell’Arci, che spesso dispongono di locali indipendenti, cortili e giardini adatti a ospitare tende per triage in cui garantire il necessario distanziamento e le condizioni adeguate alle operazioni di somministrazione (va ricordato che i vaccini Moderna e AstraZeneca non prevedono basse temperature di conservazione). Tutto ciò in linea con l’impegno dell’Arci a fianco delle persone e dei quartieri più svantaggiati già dalle prime fasi della pandemia e del lockdown. I circoli, chiusi da tempo alle attività sociali e alla programmazione culturale, per via delle norme anti-covid, si sono trasformati presidi di mutuo soccorso per la distribuzione di mascherine, di aiuti alimentari, per la consulenza legale, sociale e psicologica, e, in alcuni casi, anche punti di rifugio nell’emergenza freddo per persone senza dimora anche grazie all’esperienza nella progettualità sociale dell’associazione. Dalla pandemia, come dalla crisi, non si esce da soli. E l’Arci, come tutto il mondo dell’associazionismo di promozione culturale e sociale del Terzo Settore, anche se vive sulla propria pelle la gravità della crisi (proprio mentre scriviamo queste righe, è in bilico l’ammissibilità dell’emendamento “salva-circoli”) , non intende rinunciare al proprio ruolo, quello di ricucire quello che le crisi sociali e sanitarie stanno lacerando.