Un dossier del Tavolo Asilo e immigrazione, a cui aderisce l’Arci, denuncia l’illegittimità dei CPR e delle deportazioni
Con una sentenza pronunciata il primo agosto, la Corte Europea ha stabilito che non sono i governi dei singoli paesi a poter determinare quali siano i “paesi sicuri” in cui deportare le persone in fuga dalla guerra, dalla repressione o dalla miseria. La pronuncia incide direttamente sul quadro normativo italiano e sui presupposti giuridici del Protocollo Italia-Albania in materia di esternalizzazione dell’asilo. Viene bocciata, almeno fino al 2027, la costosa operazione coloniale in Albania: un hotspot e un CPR che l’Arci, assieme a molte altre associazioni aderenti al Tavolo Asilo e Immigrazione, ha denunciato e monitorato costantemente in questi mesi. Ne è scaturito il dossier Ferite di confine (clicca per leggere). Per tutto questo continuiamo a chiedere che l’attuazione del protocollo Italia-Albania, ossia il trasporto coatto dei cittadini stranieri in attesa dell’esecuzione dell’espulsione, va immediatamente sospesa sia in ragione della gravità dei fatti riscontrati all’interno della struttura di Gjader, sia per ragioni strettamente giuridiche. Questi centri vanno chiusi perché sono inutili e disumani.





