1996-2001

• L’opposizione al berlusconismo, la stagione dei movimenti, il nuovo protagonismo politico dell’Arci.

arci 50

Nel 1994 diviene presidente del Consiglio Silvio Berlusconi con una decisa affermazione culturale di Forza Italia, movimento politico nato come risposta moderata e neoconservatrice alla crisi del sistema democristiano, attorno al quale si consolida un nuovo asse di centro-destra che persegue una svolta iperliberita in campo economico e l’esasperazione del conflitto sociale. E’ l’inizio del “berlusconismo”, fenomeno che va ben oltre la figura del suo leader e porta alla graduale

affermazione di un modello di società fondato sui nuovi conformismi ideologici, individualismo, egoismo corporativo, esclusione dei soggetti più deboli, abbassamento dei diritti e delle tutele sociali.Sono tendenze destinate ad incidere a fondo nell’evoluzione della società italiana, nonostante le parentesi di quinquennio di governo di centrosinistra, che vince le elezioni del 1996 con la coalizione guidata da Romano Prodi dopo una campagna politica diffusa in cui l’Arci impegnatutte le sue forze.

Sono anche gli anni della guerra della NATO contro la Serbia. L’Arci si schiera decisamente contro la scelta del governo di centro sinistra di appoggiare la missione  e promuovere numerose iniziative concrete di intervento umanitario nei paesi dell’ex-Jugoslavia, nei quali è già da anni attiva con progetti di solidarietà e cooperazione.

Nell’Aprile del 1997 nell’XI Congresso Nazionale di Roma viene eletto presidente Tom Benetollo, figura di primo piano del pacifismo italiano e non solo, che sarà l’artefice del rilancio progettuale e politico dell’associazione negli anni successivi, ma scomparirà prematuramente il 20 Giugno del 2004.

Nella seconda metà degli anni ’90 l’Arci è fra i protagonisti più attivi della fertilissima stagione del terzo settore italiano, in cui si costruiscono nuove relazioni e alleanze fra le reti dell’associazionismo laico e cattolico, del volontariato e della cooperazione sociale. L’Arci è tra i fondatori del Forum Nazionale del Terzo Settore e della Banca Popolare Etica, di Libera (associazione di associazioni contro le mafie) e di Trans-Fair (network italiano per la promozione del commercio equo e solidale), tutte esperienze che avranno un peso decisivo nell’affermazione di temi di grande rilievo ngli anni a venire.

Sempre in questo periodo l’Arci consolida molte delle sue tradizionali campagne: il Meeting Europeo Antirazzista, la Festa della Musica e la Giornata del Teatro, la Biennale dei Giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo sono solo alcuni degli esempi. Il 30 Settembre del 1999 a Seattle, con le manifestazioni di protesta in occasione della riunione del Wto, emerge all’attenzione del mondo per la prima volta in modo clamoroso la protesta dei movimenti di critica agli aspetti economici, sociali, culturali e politici della globalizzazione neoliberista. Ben presto il movimento “Per un mondo diverso possibile” diviene un fenomeno planetario. L’Arci scegli di esserne protagonista, e partecipa fin dal 2001 al Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre in Brasile.

Nel Maggio 2001 in Italia torna al Governo la coalizione di centrodestra guidata da Berlusconi. Il 20 Luglio si riunisce a Genova il vertice de G8, Le otto maggiori potenze del pianeta. Il movimento antiglobalizzazione organizza  imponenti contestazioni che portano nella città ligure centinaia di migliaia di manifestanti da tutto il mondo. L’Arci è tra gli organizzatori e mobilita migliaia di soci. Le forze dell’ordine reprimono duramente le manifestazioni causando la morte di Carlo Giuliani e si rendono responsabili di violenze gravissime sui manifestanti. Le giornate di Genova saranno ricordate come il più grave episodio di violazione delle libertà democratiche nella storia recente del paese.

L’11 Settembre dello stesso anno il terrorismo islamico porta il suo attacco al cuore dell’America di Bush, colpendo le Torri Gemelle e causando migliaia di morti.La risposta USA non si fa attendere ed è l’aggressione all’Afghanistan in nome della guerra globale al terrorismo. Il 14 Ottobre si svolge una delle più grandi marce della Pace Perugia-Assisi con una foltissima partecipazione dell’Arci. In risposta alla spirale di guerra e terrore cresce la domanda di pace fra milioni di persone.

Il 23 Marzo 2002 l’Arci partecipa alla manifestazione nazionale indetta dalla CGIl contro l’attacco del governo allo statuto dei lavoratori. Ben tre milioni di persone invadono Roma, ed è una risposta straordinaria alle politiche neoliberiste del centro-destra. Nel frattempo il movimento altermondialista, superato lo shok di Genova, lavora alla preparazione del primo Social Forum Europeo. Come sede dell’appuntamento continentale viene scelta Firenze, e l’Arci ha un ruolo determinante nella costruzione dell’evento, in una situazione difficile per la violenta campagna allarmistica scatenata dalla destra e dai maggiori mezzi di informazione. Nonostante i pesanti tentati di boicottaggio il Forum si svolge regolarmente dal 6 al 10 Novembre ed è un successo straordinario di partecipazione e di consensi. Per il movimento si aprono inedite opportunità per portare al centro dell’agenda politica i temi altermondialisti.

Pochi mesi dopo, il 15 Febbraio del 2003, contro la minaccia di una nuova guerra USA all’Iraq si tengono in contemporanea in tutte le capitali del pianeta centinaia di manifestazioni pacifiste. La più imponente è quella di Roma, costruita grazie alla convergenza unitaria di tanti soggetti diversi nel comitato “Fermiamo la Guerra”, al quale l’Arci dedica moltissime energie. Mobilitazione che continuerà con grande intensità nei mesi successivi per chiedere la fine della guerra e dell’occupazione militare dell’Iraq. In questi anni l’Arci sta diventando un enorme laboratorio sociale, politico e culturale. Migliaia di eventi coinvolgono le sue strutture territoriali e mostrano un’associazione più che mai vitale, che si misura con i grandi temi della pace, della giustizia, dei diritti, coniuga partecipazione e associazionismo con la critica del sistema sociale ed economico mondiale, moltiplica i suoi campi d’intervento. I terreni di elaborazione ed iniziativa sono ormai tantissimi, dalla cultura ai progetti di welfare locale, e poi antimafia, diritti dei migranti, pace e cooperazione, campagne sui diritti civili, consumerismo, ambiente, la promozione della cittadinanza attiva, il rinnivamento della politica attraverso la partecipazione responsabile dei cittadini.

Nel 2004 l’Arci perde improvvisamente Tom Benetollo. E’ un colpo durissimo per l’associazione, che però dimostra di saper reagire con maturità, compie le sue scelte tempestivamente e con grande umanità e riprende senza esitazioni il suo cammino. Nei mesi che seguono l’Arci dedica un notevole sforzo alla costruzione di coordinamenti nazionali di lavoro che garantiscano il coinvolgimento mcostante delle strutture territoriali nell’elaborazione delle politiche e dei programmi  dell’associazione in ciascuna delle sue principali aree d’intervento (cultura, attività internazionali, welfare, immigrazione).Fra il 2004 e il 2005 si tengono importanti e partecipati momenti di approfondimento seminariale per i dirigenti territoriali sui temi delle attività internazionali (a Siena), della cultura (a Cortona), del welfare (a Terni), degli strumenti organizzativi (a Modena).

La fitta rete di relazioni e alleanze costruita negli ultimi anni fa dell’Arci un punto d’incontro e spesso di sintesi di molti percorsi politico-associativi. Il suo impegno nel campo della sostenibilità, dell’altraeconomia e della finanza etica cresce con la partecipazione ad appuntamenti nazionali come Terra Futura e la rete Sbilanciamoci. Si intensifica il lavoro sul terreno dei diritti di cittadinanza con la mobilitazione contro i Cpt e per il diritto al voto dei migranti, nuove campagne di grande coinvolgimento si sviluppano sul tema del lavoro precario, le attività internazionali si arricchiscono dell’esperienza dei campi di lavoro all’estero per i giovani. Un forte impegno viene profuso nel sostegno al referendum sulla procreazione assistita (2005) e a quello, fondamentale, in difesa della Costituzione (2006).

L’associazione partecipa attivamente al dibattito politico della sinistra sostenendo lo sforzo unitario che porterà alla nascita della coalizione dell’Unione per le elezioni del 2006 e contribuisce, con le proposte della campagna “Cambiare si può”, alla costruzione di quello che sarà il programma del governo guidato da Romano Prodi. Nel Febbraio 2006, a Cervia ben 500 delegati partecipano al congresso nazionale dell’associazione, dopo una campagna congressuale partecipata come mai era avvenuto, con centoquaranta congressi territoriali, oltre mille assemblee di circoloe circa 35000 soci direttamente coinvolti nella discussione. In un clima fortemente unitario, il congresso di Cervia segna l’approdo della lunga fase di transizione avviata all’inizio degli anni ’90. L’associazione rilancia con forza il suo progetto e decide di eliminare ogni aggettivo dal suo nome per tornare a chiamarsi semplicemente Arci, come nel 1957. Il miglior segnale di vitalità per un’associazione antica e capace di grande modernità, che a cinquant’anni dalla fondazione conferma di essere una forza viva della società italiana, una risorsa per costruire un paese migliore.